Mai sentito parlare del Pineau des Charentes?
Se leggendo "Pineau des Charentes" hai pensato a un vino, sei sulla strada giusta. Se hai pensato a un liquore, anche. Ma se non ne hai mai sentito parlare, sei in ottima compagnia: in Italia questo piccolo tesoro francese è ancora poco conosciuto, ma merita tutta la tua attenzione (e un posto speciale nella tua credenza).
Il Pineau des Charentes è una specialità della regione omonima – quella delle Charentes, tra Bordeaux e la costa atlantica – ed è un prodotto che non rientra facilmente in una categoria sola. Non è un vino, non è un distillato, non è un cocktail. È un "vin de liqueur", cioè un vino fortificato, ottenuto dalla miscela di mosto d’uva e Cognac.
Sì, hai letto bene: uva + cognac = Pineau. Un abbinamento che sa di tradizione contadina, di pazienza, di profumi intensi e di piacere semplice, come quello di sedersi all’ombra con un bicchiere fresco in mano.
In questo articolo ti spiego cos’è il Pineau des Charentes, da dove viene, come si beve, con cosa si abbina e – se sei curioso – anche come puoi portarne a casa una bottiglia senza dover fare mille chilometri.
Da dove arriva il Pineau des Charentes?
Per capire il Pineau, bisogna fare un salto nella regione della Charente, in particolare nella zona intorno a Cognac. Qui, da secoli, si produce appunto il celebre distillato francese, ma nei secoli passati, durante la vendemmia, c’era un problema: cosa fare con il mosto in eccesso?
La leggenda vuole che un contadino, per sbaglio, abbia versato del mosto fresco in una botte dove c’era ancora un po’ di Cognac. Dopo aver lasciato la botte a riposare per qualche tempo, l’assaggio rivelò qualcosa di sorprendente: un liquore dolce, profumato, morbido, con una gradazione alcolica più bassa del Cognac ma più alta di un vino normale.
Da quel "errore" sarebbe nato il Pineau des Charentes, che oggi è una denominazione riconosciuta (AOC) dal 1945, con una produzione controllata e una tradizione consolidata.
Come si fa il Pineau des Charentes?
La ricetta del Pineau è tanto semplice quanto precisa. Si prende:
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mosto fresco d’uva (di solito da vitigni come Ugni Blanc, Colombard, Folle Blanche o anche Merlot e Cabernet per le versioni rosate)
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e lo si unisce al Cognac invecchiato almeno un anno
Questo blocca la fermentazione del mosto (perché l’alcol del Cognac è troppo alto per i lieviti) e permette di mantenere tutta la dolcezza naturale dell’uva, insieme alla forza e al profumo del distillato.
Il Pineau poi viene fatto maturare in botti di rovere per almeno 18 mesi (per i bianchi) o 14 mesi (per i rossi/rosati), ma esistono versioni anche molto più invecchiate, più complesse, più rotonde.
Il risultato? Un prodotto tra i 16 e i 20 gradi alcolici, morbido, fruttato, dolce ma mai stucchevole. Un vino liquoroso che ti conquista senza farti girare la testa.
Che sapore ha il Pineau des Charentes?
Il Pineau si presenta in due grandi famiglie:
1. Pineau bianco
Colore dorato, a volte tendente all’ambra se è invecchiato. Al naso senti miele, frutta secca, albicocca, vaniglia. In bocca è morbido, avvolgente, ma sempre con una nota fresca che lo rende piacevolissimo.
2. Pineau rosé o rouge
Color ciliegia o rubino chiaro. I profumi virano su frutti rossi, amarena, prugna, spezie dolci. È un po’ più vinoso, ma mantiene quella rotondità che lo rende facile da bere.
Entrambi hanno una caratteristica in comune: sono equilibrati, mai aggressivi, e si prestano a un sacco di occasioni diverse.
Quando (e come) si beve il Pineau des Charentes?
Il momento perfetto per il Pineau? L’aperitivo, ovviamente. Ma non solo.
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Come aperitivo: servito freddo (8-10°C), con qualche oliva, una terrina, un po’ di formaggio.
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Con il formaggio: provare per credere. Il Pineau bianco sta da dio con i formaggi erborinati tipo Roquefort, mentre quello rosé fa scintille con un Comté stagionato.
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Con il foie gras: accoppiata da manuale. Sia il bianco che il rosé vanno benissimo, soprattutto se il foie gras è accompagnato da confettura o frutta.
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Con i dolci: non è un vino da dessert in senso classico, ma se ti piace finire in dolcezza, un bicchierino con una tarte alle mele o un biscotto al burro... ci sta tutto.
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In cucina: c’è chi lo usa anche per sfumare o per fare riduzioni da accompagnare a piatti di carne o fegato. Se ti piace sperimentare, il Pineau può diventare il tuo asso nella manica.
Ma è dolce? Sì, ma non come pensi
Sì, il Pineau è dolce, ma non è stucchevole. Non è un moscato, non è un passito, non è un liquore dolciastro. È un equilibrio tra mosto fresco e alcol, tra frutta e legno.
Questo lo rende adatto anche a chi normalmente i vini dolci non li ama. E infatti molti lo bevono senza sapere nemmeno che è classificato come vino liquoroso. Semplicemente: è buono.
Perché in Italia lo conosciamo così poco?
Bella domanda. Forse perché è un prodotto di nicchia, prodotto quasi esclusivamente nelle Charentes. Forse perché quando si pensa a vini dolci si va su Sauternes, Porto, Moscato. Forse perché in Italia non c’è ancora una grande cultura del vino da aperitivo “fortificato”.
Ma sta di fatto che chi lo scopre, se ne innamora. E chi lo serve, spesso si ritrova a dover spiegare “cos’è quella cosa buona che abbiamo bevuto all’inizio della cena”.
Come si conserva? E quanto dura una bottiglia aperta?
Domanda da veri appassionati. Una volta aperta, una bottiglia di Pineau va tenuta in frigo, ben tappata. E dura tranquillamente un paio di settimane, anche tre, senza perdere troppi aromi.
Anzi, alcuni dicono che dopo un paio di giorni migliora. Si ammorbidisce ancora un po’, si fa più gentile. Quindi nessuna fretta di finirla in una sera.
Chi dovrebbe provarlo?
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Chi ama i vini particolari ma non troppo “spinti”
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Chi cerca qualcosa di nuovo per l’aperitivo
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Chi ama il foie gras ma vuole un’alternativa al solito Sauternes
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Chi ha voglia di stupire gli amici con qualcosa che non si trova ovunque
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Chi ha voglia di prendersi un momento lento, fresco, magari sotto un pergolato con un pezzetto di formaggio e un bicchiere piccolo, ma pieno di aromi
Dove trovarlo? (Senza fare pubblicità, ma quasi)
Il Pineau non è così facile da trovare nei supermercati italiani. Ma se sei arrivato fino a qui, forse un’idea ce l’hai già. Diciamo solo che La Francerie ha una certa simpatia per i prodotti che raccontano storie, e il Pineau des Charentes è sicuramente uno di questi.
Sia in versione bianca che rosata, con un’etichetta artigianale o di piccoli produttori: basta dare un’occhiata e lasciarsi tentare. Poi tocca solo decidere quando stapparlo.
Un piccolo grande segreto francese
Il Pineau des Charentes è uno di quei prodotti che non fanno rumore, ma lasciano il segno. Un vino fortificato che nasce per caso, cresce con pazienza e si beve con piacere.
Perfetto per l’aperitivo, sorprendente con il formaggio, goloso con i dolci. E soprattutto: diverso. Una di quelle bottiglie che raccontano la Francia più vera, quella delle vigne e dei campi, della calma e dei sapori sinceri.
Se ancora non lo conosci, forse è il momento giusto per fare amicizia. Magari con un pezzo di pain d’épices, o una fettina di formaggio di capra, o semplicemente… con un brindisi.